Ubuntu Linux su Virtual Machine

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Sono, da sempre, un utente Windows ma non nascondo che il mondo Linux mi incuriosisce, probabilmente è solo per cultura personale o solo così per provare qualcosa di nuovo.

Solamente per sfizio non mi sembra il caso di partizionare il disco ne tantomeno di riformattare il PC. Insomma non ho intenzione di "inquinare" il mio sistema.

La prima cosa che mi è venuta in mete è di utilizzare una macchina virtuale. Si certo non avrò a disposizione tutte le potenzialità della scheda grafica e quindi Gnome 3 sarà per un’altra volta. Come si sa l’hardware emulato è ridotto all’osso ma per provare credo che ne valga la pena.

Come sistema di virtualizzazione ho scelto VMware Player versione 3.1.4 (al momento in cui scrivo è la versione più recente). Dopo diversi tentativi di download dal sito ufficiale tutti con esito negativo ho deciso di scaricarlo da qui. L’istallazione di VMware è estremamente semplice non necessita di particolari accorgimenti. Se sul sistema risultano versioni precedenti del software verranno rimosse.

Terminata l’istallazione di VMware e riavviato il sistema, inizio con la creazione della macchina virtuale, è sufficiente cliccare sulla voce "Create a New Virtual Machine" per accedere alla procedura guidata in cinque passi che porterà alla generazione della macchina virtuale. Vediamoli uno alla volta:

Passo1. Welcome to the new virtual machine wizard
VMware chiede se si dispone di un disco CD/DVD contenete il sistema operativo da emulare o se ne possediamo un’immagine ISO, oppure se preferiamo installare il sistema operativo in un secondo momento. Ovviamente scelgo l’ultima opzione "I will install the operating system later" dato che ancora non ho scaricato Linux.

Passo2. Select a guest operating system
In questa fase è necessario specificare che tipo e versione di sistema operativo si intente installare sulla macchina virtuale, seleziono Linux e fra le tantissime versioni disponibili scelgo Ubuntu. Più per il sentito dire che per conoscenze tecniche, per me una versione vale l’altra.

Passo3. Name the virtual machine
E’ necessario dare un nome alla macchina virtuale, VMware ne propone uno d’ufficio è possibile lasciare quello proposto. E’ anche necessario specificare una cartella nella quale verranno creati tutti i file necessari, anche in questo caso viene proposto un percorso d’ufficio che è possibile mantenere.

Passo4. Specify Disk Capacity
Ora è necessario informare VMware circa la dimensione del disco virtuale che dovrà contenere Linux. E’ bene sapere che la dimensione del disco virtuale può solamente essere aumentata in futuro ma mai ridotta, la strategia giusta è quella di partire con un volume relativamente piccolo e poi, se necessario, aumentarlo. Scelgo di destinare 20Gb al disco virtuale, come raccomandato da VMware. In questo passo è anche possibile specificare se il disco virtuale deve essere in un unico file (solo se viene creato su partizioni NTSF) oppure se dividerlo in più file non superiori ai 2Gb ciascuno. Scelgo di generare un unico file, le prestazioni generali dell’ambiente emulato non possono che trarne vantaggio.

Passo5. Ready to Create Virtual Machine
Viene mostrato il dettaglio delle scelte fatte ed è possibile apportare modifiche all’Hardware che verrà emulato. Dopo una breve sbirciata alle possibilità di modifica decido solamente di abilitare il supporto grafico 3D presente nella sezione video. Per il resto lascio le impostazioni di default.

 

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Non mi resta che premere Finish, pochi istanti e un messaggio mi avverte che la macchina virtuale è stata creata con successo. Il nome che ho assegnato è presente in alto sul pannello di sinistra di VMware Player, selezionandolo il panello di destra mostra alcune informazioni sulla macchina virtuale, permette di effettuarne il lancio o di modificarne le proprietà.

 

E’ arrivato il momento di procurarmi la distribuzione di Ubuntu Linux da installare, è possibile scaricarla dal sito ufficiale di Ubuntu Italia come immagine ISO. Sono disponibili la versione "Desktop" e la versione "Server" entrambe sia per sistemi a 32bit che a 64bit. Procedo con il download dell’ultima versione disponibile la 11.04 in configurazione desktop a 32bit, il file pesa 701742 Kb.

Clicco su "Edit virtual machine settings" del pannello di destra di VMware e nella sezione Hardware –> CD/DVD (IDE) imposto "Use ISO image file" e tramite il bottone "Browse" seleziono l’immagine ISO di Ubuntu appena scaricata. Mi assicuro che la casella di spunta "Connect at power on" sia selezionata. Clicco su OK per confermare le scelte e quindi lancio l’ambiente emulato tramite "Play virtual machine".

Un messaggio mi avverte che VMware Tools per Linux è disponibile per il download, confermo e l’operazione di trasferimento ha inizio, contemporaneamente compare anche la schermata di benvenuto di Ubuntu è possibile selezionare la lingua e decidere se provare il sistema in modalità LiveCD o se procedere con l’istallazione, imposto la lingua su Italiano e scelgo di procedere don l’istallazione.

Al passo successivo vengono fatte alcune verifiche circa lo spazio libero sul disco, il tipo di alimentazione elettrica e sulla connessione a internet (dato che sto utilizzando una macchina virtuale la connessione a internet è garantita dal sistema principale). Possiamo scegliere di scaricare e installare eventuali aggiornamenti e se utilizzare software di terze parti, giustamente Ubuntu avverte che alcuni di questi software potrebbero non essere Open Source. Le mie scelte sono state di non scaricare aggiornamenti ma di installare software di terze parti e quindi premo il bottone Avanti.

La schermata che compare è relativa all’allocazione dello spazio sul disco, nel mio caso le scelte possibili sono solo due: "Cancella il disco e installa Ubuntu" oppure "Altro". Sicuramente queste scelte sono condizionate dal sistema in uso, ad esempio se stiamo istallando Ubuntu su un disco sul quale è già presente un sistema operativo verrà visualizzata anche la scelta di partizionare il disco. Tramite la scelta "Altro" è possibile cambiare l’unità di installazione, teoricamente è possibile scegliere anche una chiavetta USB questa possibilità sarà oggetto di una prossima prova. Ovviamente l’unica scelta sensata è quella di cancellare il disco e procedere con l’istallazione e quindi clicco su Avanti.

Viene quindi mostrato il dettaglio della scelta fatta, se il disco non è quello giusto è possibile cambiarlo. Viene anche mostrata la dimensione in Gigabyte. Il pulsante "Avanti" non è più presente e al suo posto spicca la voce "Installa" che seleziono senza perdere troppo tempo.

Ora il sistema procede alla copia dei file necessari, la barra di avanzamento mostra lo stato dell’attività, nel frattempo si imposta il fuso orario e la località. Cliccando su avanti si passa alla definizione della tastiera utilizzata.

Premendo ulteriormente su "Avanti" si passa alla definizione delle informazioni personali: nome utente, nome del computer e password. E’ necessario scegliere se accedere automaticamente (non verrà richiesta la password al Login), oppure se richiedere sempre la password utente al Login. In quest’ultimo caso è possibile cifrare la cartella personale (per maggiore sicurezza dei dati).

Il sistema rimane fermo in questo stato sino a al termine della copia dei file, il pulsante avanti è disabilitato. Da segnalare che sul fondo della finestra è comparsa una banda gialla, questa avverte di procedere con l’installazione di VMware Tools. Per il momento decido di non installare nulla, aspetto il termine dell’installazione di Ubuntu.

Terminata la copia dei file necessari il pulsante "Avanti" viene reso disponibile e si procede con l’istallazione del sistema, l’operazione non è certo veloce, sul mio PC ci sono voluti circa 35 minuti. Questa fase è accompagnata da una presentazione che mostra e descrive tutte le meraviglie di Ubuntu Linux 11.04. Al termine compare un messaggio che avverte del completamento e che il sistema deve essere riavviato. Premo il bottone "Riavvia ora", è l’unica scelta possibile.

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Ubuntu viene chiuso e la macchina virtuale passa in modalità linea di comando, un messaggio mi avverte di rimuovere il CD d’installazione e premere Enter. Per riavere il controllo del mouse sul sistema principale è necessario premere in combinazione i tasti Control+G. Ora è possibile accedere al menu "Virtual Machine" di VMware Player e selezionare la voce "Virtual Machine Settings", sempre alla voce CD/DVD (IDE) selezioniamo "Use physical drive" e confermiamo con il bottone OK. Per riportare il focus all’interno della macchina virtuale è sufficiente cliccarci sopra. Premo Enter come suggerito.

Qualche istante di attesa e il tutto riparte, mi viene mostrata la pagina di Login e cliccando sul nome utente mi viene richiesta la password. Subito dopo un messaggio, in inglese, avverte che questo sistema non possiede l’hardware richiesto per lanciare Unity e che quindi Ubuntu verrà utilizzato in modalità classica. Premo chiudi e mi trovo davanti alla distribuzione Ubuntu Linux perfettamente funzionate dentro ad una finestra di Windows.

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Nonostante si tratti di una machina virtuale sono stupito delle prestazioni e dell’usabilità del sistema, ora devo solo imparare ad usarlo e capire cosa posso farci. Rimane sempre la banda gialla sul fondo della finestra, sarà oggetto di un prossimo post.

Una risposta a "Ubuntu Linux su Virtual Machine"

  1. Ho fatto il salto a Linux anni fa: non torno indietro neanche se mi pagano. Magari, anziché la macchina virtuale prova un giocattolo come Wubi. Ti permettere di realizzare una dual boot senza far correre rischi a winzoz, e oltretutto non si fa attaccare da esso. E nel mentre sottoponi il hw ad un test utile per capire se sarà ben supportato o meno (ma in genere non ci sono noie con macchine vecchie).

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